Ho sempre amato le lingue (l'inglese in particolare). Le ho sempre viste come un passpartout per conoscere nuovi posti, nuove culture, persone nuove. Probabilmente il mio orecchio musicale, mi ha aiutato nell'apprendimento della corretta pronuncia e nella comprensione della lingua parlata da altri.
Insomma nelle esperienze di vacanze nel regno di HER MAJESTY e dintorni , dopo l'inziale stranimento, sono riuscita a comunicare con soddisfazione e non solo per chiedere informazioni turistiche (indicazioni per raggiungere chiese, monumenti e musei).
Vorrei tanto trasmettere questa mia passione anche alla Ciopola, così mi ero riproposta di portarla ad una scuola di inglese per bambini, ma un po' per pigrizia e un po' per problemi organizzativi, ho lasciato correre per il momento.
L'idea di provare a insegnare personalmente una seconda lingua, l'inglese nel caso specifico, mi crea qualche difficoltà, non saprei proprio da che parte cominciare...
Grazie al blog Mamma in London che ho scoperto ed iniziato a seguire di recente, ho conosciuto Bilingue per gioco, blog ricco di idee, spunti, riflessioni sul tema del bilinguismo.
L'idea che mi sono fatta è che i risultati dell'apprendimento non sono immediati, ci vuole tempo, pazienza e passione e sinceramente conoscendo la mia naturale incostanza ho qualche dubbio che, nonostante la passione, potrei essere una buona insegnante.
D'altro canto però mi dico che i progressi della piccola potrebbero essere un ottima spinta a continuare e a non mollare e per questo partecipo al primo give away di Bilingue per gioco e chissà che dalla lettura di un libro non possa nascere qualcosa...un po' ci spero...
1 commento:
Io con le lingue invece sono proprio negata...nonostante ne capisca discretamente due oltre all'italiano quando si tratta di parlare faccio di quei casini!!!!non potrei mai insegnarle ai miei figli, pena la scomunica!
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